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C1: Padova e la sindrome del pari

Terzo pareggio consecutivo, il sesto in dieci partite è il sintomo palese di un problema, trovare la diagnosi sarà la vera frontiera. Una partita sottotono con un primo tempo davvero avaro. Fatta eccezione per qualche ripartenza di Dorio non c’è poi molto altro da raccontare, in compenso al primo vero affondo il Castello, in pieno recupero, va in vantaggio.

 

La ripresa è più interessante, pressing e ritmi alti è la soluzione proposta e in effetti il Castello si eclissa ma servirà una prodezza di Secchieri per rabberciare un risultato già compromesso. Una spettacolare rovesciata figlia dell’istinto e della fantasia, un gesto insolito nel calcio a 5. Ma poi è mancata la lucidità e fors’anche qualcos’altro. Un tiro libero sbagliato è la nemesi d’una serata storta e un campanello d’allarme.

 

Il finale è nel caos, gli arbitri dapprima ci danno un fallo a favore poi improvvisamente cambiano idea. Purtroppo siamo in bonus, subiamo un tiro libero che ha il sapore del sopruso ma Androni ancora una volta para tutto, anche la sfortuna. La sconfitta sarebbe stata immeritata, nel bene e nel male è stato il Padova a fare la partita. Finisce a sportellate, un parapiglia indistinto tra due squadre, entrambe vittima e carnefice del malgoverno della gara. Niente di lacerante, dobbiamo solo ritrovare la squadra coraggiosa e spensierata di qualche tempo fa.