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C1: Padova troppo brutto per essere quello vero.

Un Padova che ricade nel limbo dei rimpianti, condannato da quattro reti frutto d’altrettanti errori
fatali. Una quadra che sembra non arrivare per i troppi infortuni e non parlo solo di quelli fisici. Una
gara complicata quella con il Verona che non demerita se non altro per aver sfruttato le nostre
amnesie con pervicace pragmatismo. Tuttavia eravamo partiti bene con Secchieri in gol dopo meno
di due minuti ma alla prima proiezione offensiva si ritorna in parità con la difesa poco reattiva. Il
primo tempo si chiude su un rassicurante 2-2 ma è nella ripresa che si consuma il crollo con due gol
scaligeri effetto slavina. Partita chiusa anche se il Padova ha il merito di non mollare, la segnatura
di Vettore ha solo un effetto placebo, il finale è un vano assalto. Partita statica, purtroppo il nostro è un motore che non funziona a bassi regimi, s’ingolfa e perde giri. Dobbiamo toglierci la ruggine di
dosso, la classifica di fatto è immutata ed è indispensabile crederci. Ed infine ricordo a me stesso
che stiamo parlando di calcio, una metafora della vita da non prendere troppo sul serio. A dispetto
delle apparenze serve anche un po’ d’autoironia e di leggerezza.